Telespettatori al tavolo di regia

Su Primaonline.it da qualche giorno c’è la ricerca The New Power of Television, curata dal centro media Initiative e dedicata all’impatto che stanno avendo i social media sulla televisione. Questa indagine mi ha interessata soprattutto perché  introduce un nuovo termine per descrivere i telespettatori di oggi che è, semplicemente, TV Talkers:

Telespettatori che parlano di televisione sui social networks confrontandosi sulle trasmissioni e (attenzione!, ndr) sulla pubblicità televisiva influenzandone le scelte e le opinioni riguardo ai contenuti e, soprattutto, ai brand.

Insomma, la social tv – conversazioni tra utenti di social network su ciò che stanno guardando in tv – già termometro per misurare il gradimento di  programmi e spot, è diventata anche lo strumento per meglio calibrare le strategie di comunicazione pubblicitaria. In che modo? Secondo Initiative la risposta sta nel profilo dei telespettatori di oggi:

Gruppo molto influente di pubblico tra i 16 e i 54 anni, che tende a condividere gli spot di proprio interesse e a postarli regolarmente sui social network, condividendo le storie dei brand e diffondendone i messaggi. Sono telespettatori tecnologicamente abili e appassionati, capaci di incidere attraverso i social media sulle scelte di brand e sulle decisioni d’acquisto degli utenti.

Partendo dall’identikit di questo nuovo pubblico, la ricerca suggerisce un vademecum che gli operatori della comunicazione dovrebbero seguire per meglio coinvolgere i consumatori. Eccolo:

•        Sostenere le esperienze di TV Talking non solo durante la trasmissione ma, in maniera strategica, anche prima e dopo;

•        Creare un’esperienza multischermo e multi contenuto che permetta agli utenti di  condividere e approfondire la conoscenza del brand;

•        Implementare strategie social per mantenere una relazione con i TV Talkers di rilievo;

•        Investire in analisi volte a misurare quanto incide il TV Talking sulla forza di una marca nel mercato di riferimento;

•        Muoversi in ottica “test & learn” all’interno di nuove tecnologie per assicurare al brand il vantaggio di partire con nuove attività prima dei suoi competitors.

In conclusione, le regole base del marketing vanno ricalibrate sui nuovi modi di fruizione della tv; e la pubblicità va rivisitata nelle forme e nelle modalità di interazione. Io aggiungo che la televisione è diventata un grande mash-up in cui ci sono strumenti, contenuti e attori nuovi provenienti da differenti ambienti. Ecco perché ritengo sia indispensabile che tutti i neo protagonisti dell’industry televisiva lavorino in continua e stretta sinergia tra loro. Infine, voglio ribadire un concetto che ho espresso già in altre occasioni: i TV Talkers sempre più decideranno non soltanto cosa guardare, ma anche ciò che verrà trasmesso e pertanto suggerisco a chi fa televisione di tenere bene a mente che il telespettatore siederà con molta e più partecipata autorevolezza al tavolo di regia.

2 pensieri su “Telespettatori al tavolo di regia

  1. Sono d’accordo, in particolare sul fatto che il coinvolgimento nelle attività di “TV talk” possa essere un utile strumento di indirizzo per i palinsesti e forse persino per i canovacci delle trasmissioni.
    Più che essere visto come semplice indicatore di successo della trasmissione,il tasso di partecipazione “social” dovrebbe essere interpretato come un parametro di intrattenimento a se stante (in caso contrario, si rischia di cadere nell’equivoco evocato oggi da Dipollina che fa rilevare la discrepanza tra il successo della trasmissione di Daria Bignardi su Twitter e il suo basso share Auditel…)

    Paola

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